Istituto Superiore di Sanità relazione alla trasmissione dell’infezione da virus SARS-CoV-2
prevenzione e gestione degli ambienti indoor
Il DPCM del 17 maggio 2020 Disposizioni attuative del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, recante misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19, e del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, recante ulteriori misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19, sostituiscono quelle del DPCM del 26 aprile 2020 e saranno valide fino al14 giugno 2020, riporta le tanto attese indicazioni per l’avvio e l’attuazione della “nuova fase 2”, che apporterà dei significativi cambiamenti pratici in tutti i settori lavorativi con la ripresa graduale a regime delle diverse attività produttive nazionali.
Il DPCM contiene le schede tecniche relative ai principali settori di attività con le indicazioni operative delle differenti misure organizzative da attuare e adattare, al fine di garantire la salute e la sicurezza dei cittadini e dei lavoratori e contrastare la diffusione del contagio nell’eterogeneo contesto produttivo nazionale.
Il recente documento di aggiornamento e integrazione sulle Linee guida per la riapertura delle Attività Economiche e Produttive, pubblicato dalla Conferenza delle Regioni e delle provincie autonome (22 maggio 2020) si pone in continuità con le indicazioni di livello nazionale, in particolare con il protocollo condiviso tra le parti sociali approvato dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 26 aprile 2020, nonché con i criteri guida generali di cui ai documenti tecnici prodotti da INAIL e Istituto Superiore di Sanità con il principale obiettivo di ridurre il rischio di contagio per i singoli e per la collettività in tutti i settori produttivi ed economici.
La priorità di queste misure rimane la tutela e la protezione dei cittadini e dei lavoratori, in particolare le persone che presentano delle vulnerabilità.
È comunque necessario rilevare come il ritorno al lavoro del personale o di coloro che stanno già lavorando non possa prescindere dalla “nuova percezione sociale che si avrà dei luoghi di lavoro” che deve trovare rapidamente e senza ambiguità una risposta nelle misure di contenimento del rischio di trasmissione e contagio dal virus SARS-CoV-2.
Pertanto, devono essere adottate appropriate e organiche procedure di prevenzione e protezione, di facile attuazione in materia di salute, durante la permanenza nei diversi ambienti che non possono essere limitati a singole voci come è stato fatto fino ad oggi, trascurando tra gli interventi o tra le priorità il miglioramento della qualità dell’aria indoor. Per questo motivo bisogna porre una speciale “attenzione” alle caratteristiche di qualità dell’aria indoor che vengono a determinarsi nei diversi ambienti, postazioni e spazi lavorativi, considerando l’influenza di diversi fattori:
– Ricambio dell’aria (naturale, meccanico, centralizzato e non), rimodulando le frequenze e le modalità delle manutenzioni in funzione degli attuali rischi per la salute;
– Parametri microclimatici strettamente connessi con la salute (si va incontro alle alte temperature ed elevati valori di umidità relativa dell’aria);
– Uso di prodotti e di attrezzature impiegate nell’attività di pulizia, sanificazione e disinfezione;
– Carichi di lavoro, rideterminati con l’obiettivo di garantire e massimizzare in ogni condizione la protezione della salute dei cittadini, visitatori, clienti e lavoratori, e assicurare la riduzione del rischio di trasmissione.