Informazioni e dati per una gestione sicura
POLIBROMODIFENILETERI (PBDE). MICROINQUINANTI ORGANICI
INAIL 2020 Pubblicazione realizzata da Inail Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici
Gli inquinanti organici persistenti (POP) sono un gruppo di sostanze chimiche riconosciute da tempo come una minaccia globale per la salute umana e l’ambiente. Occorre quindi tutelare queste ultime, limitando la diffusione dei POP. A tale scopo la Convenzione di Stoccolma, adottata nel 2001 ed entrata in vigore nel 2004, disciplina l’eliminazione dei POP o, in attesa di trovare validi sostituti, la restrizione dell’uso e, soprattutto per i POP non intenzionali, la prevenzione e riduzione delle emissioni in tutte le matrici ambientali e nei rifiuti.
I rifiuti costituiti, contenenti o contaminati da POP sono conseguentemente regolamentati nell’ambito della convenzione di Basilea sul controllo dei movimenti transfrontalieri di rifiuti pericolosi e sul loro smaltimento, adottata nel 1989 ed entrata in vigore nel 1992. Le Convenzioni di Stoccolma e Basilea costituiscono uno strumento dinamico, soggetto a continue implementazioni.
In particolare, tra il 2009 ed il 2017, sono stati introdotti nella lista dei POP regolamentati i polibromodifenileteri (POP-BDE), una classe di composti bromurati piuttosto ampia e di utilizzo diffuso fin dagli anni ‘60, principalmente come ritardanti di fiamma nei materiali plastici, in apparecchiature elettriche ed elettroniche, negli arredi, in tappeti ed imbottiture, negli interni di automobili ed aerei, in materiali tessili, nel settore edilizio e in altri prodotti.
Il Dipartimento innovazioni tecnologiche (DIT) dell’Inail ha partecipato dal 2014, su mandato del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare (MATTM), al gruppo di lavoro internazionale (SIWG) per lo sviluppo delle linee guida tecniche (TG) per la gestione compatibile con la salute umana e l’ambiente dei rifiuti costituiti, contenenti o contaminati da POP. Nel SIWG sono rappresentate tutte le parti interessate in ambito internazionale, dalle istituzioni governative e scientifiche di ciascun paese aderente alle Convenzioni, alle associazioni di categoria e alle onlus. Con tali premesse il DIT ha realizzato la presente pubblicazione che, attraverso schede di sintesi, vuole fornire una panoramica su identità chimica e commerciale, usi e produzione consentiti sia in passato che attualmente ed infine il relativo potenziale di esposizione attraverso la contaminazione ambientale da POP-BDE.
Lo scopo è quello di rendere disponibili, in forma aggregata ed immediatamente fruibile, informazioni e dati utili all’individuazione dei rischi per la salute umana e l’ambiente associati a tali inquinanti e quindi all’adozione di idonei interventi di prevenzione a tutela dei recettori esposti, inclusi i lavoratori che operano nella gestione dei rifiuti e dei suoli contaminati da POP-BDE. È infatti in tali ambiti che, a partire da divieti e restrizioni su produzione ed uso degli stessi POP-BDE, le criticità si trasferiscono, per poi ridursi progressivamente grazie agli effetti delle azioni previste dalle Convenzioni e dai relativi strumenti di attuazione.
Partendo dal quadro normativo che regolamenta o vieta l’uso e la produzione dei POP-BDE e da informazioni sul loro impatto sulla salute umana e l’ambiente, le schede illustrano le metodiche di campionamento, analisi e monitoraggio, le tecniche migliori per il trattamento dei rifiuti che li contengono o ne sono contaminati, inclusi i terreni provenienti da siti inquinati, e concludono con cenni alle tecniche emergenti per la bonifica di suoli che ne sono contaminati.
Tali informazioni e dati sono forniti in via generale per la famiglia dei POP-BDE, per poi scendere in un maggior dettaglio sugli aspetti specifici riferiti alle singole miscele commerciali e sono funzionali soprattutto ad individuare i settori e le lavorazioni in cui può configurarsi un’esposizione dei lavoratori.