Whatsapp down. Ko pure Instagram e Facebook.
Una giornata da incubo per gli internauti e soprattutto per gli appassionati dei social.
Come a volte è accaduto anche in passato, Whatsapp ha smesso di funzionare nel pomeriggio del 4 ottobre, mandando nel panico milioni di persone. La messaggistica online più utilizzata in Italia e due tra i maggiori social, tutti appartenenti a Mark Zuckerberg hanno registrato un blocco improvviso temporaneo.
È stata la peggiore interruzione del servizio dal 2008. Un blackout di oltre cinque ore, in Europa e negli Stati Uniti di Facebook e le sue app Instagram e WhatsApp, che hanno lentamente ripreso a funzionare verso mezzonotte (ora italiana).
Il guasto della connessione, questa volta, però, è durato molto più del solito: l’interruzione del servizio si è verificata intorno alle 17.30 ed è durata fino alla tardissima serata, quando Facebook, Instagram e WhatsApp hanno gradualmente ricominciato a funzionare.
I messaggi inviati nella notte sia per via ufficiale che tramite gli account di Mark Zuckerberg vanno tutti nella medesima direzione: il gruppo si scusa per l’inconveniente che ha abbattuto la piattaforma (Facebook, WhatsApp, Instagram) per svariate ore in tutto il mondo.
“Il nostro team di ingegneri“, ha spiegato Facebook, “ha scoperto che un cambio nei router che coordinano il traffico tra i nostri datacenter ha causato l’interruzione delle comunicazioni“. Fin da subito analisti esterni avevano individuato in una errata configurazione dei DNS il problema di base del blocco e questa disamina sembra essere ora sostanzialmente confermata. L’errore a monte avrebbe poi causato una interruzione a cascata di tutti i servizi.
Il sistema DNS di Internet funziona in modo analogo a una rubrica telefonica, perché gestisce la mappatura tra nomi e numeri. I server DNS traducono le richieste di nomi in indirizzi IP, controllando a quale server si connetterà un utente finale nel momento in cui digiterà un nome di dominio nel suo browser Web.
I truffatori approfitteranno sicuramente del panico causato da questo collasso e invieranno messaggi-esca che porteranno a siti-trappola che somigliano alle schermate di login dei social di Zuckerberg ma sono in realtà delle copie che rubano le password”.
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