Documento Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro – EU-OSHA
La tutela dei lavoratori nell’economia delle piattaforme digitali
Riproponiamo un documento del 2017 EU-OSHA redatto per i lavoratori nell’economia delle piattaforme digitali
Nell’economia digitalizzata, le piattaforme online svolgono un ruolo fondamentale. Esse sono siti web dinamici che costituiscono vere e proprie piazze o mercati pubblici digitali e possono incidere sul processo economico in vari modi: nella produzione, in termini di prodotti o servizi stessi, e nella (organizzazione della) consegna/fornitura di entrambi.
Talvolta, ciò si ripercuote sulla prestazione di manodopera. In particolare, le piattaforme online possono contribuire a:
– l’organizzazione del lavoro nel “processo produttivo”, quando vengono ad esempio utilizzate come strumenti per la divisione dei compiti – in un determinato progetto – fra i componenti di un’equipe di lavoratori all’interno di un’impresa, o per l’abbinamento di una richiesta di un progetto di lavoro (manuale o digitale) a un lavoratore disposto a eseguirlo; nonché nella (organizzazione della) consegna/fornitura/vendita di un bene o servizio, ad esempio
consentendo ai consumatori di prenotare e pagare un autista mediante un’applicazione per smartphone.
Ciò ha dato luogo a quello che viene ampiamente definito come “lavoro sulle piattaforme digitali”, che si riferisce a tutta la manodopera fornita attraverso piattaforme online, sulle stesse o tramite la loro mediazione, e offre un ampio ventaglio di accordi/rapporti di lavoro quali il lavoro occasionale (o sue
varianti), il lavoro autonomo dipendente, il lavoro informale, il lavoro a cottimo, il lavoro a domicilio e il “crowd work”, in una vasta gamma di settori. L’effettivo lavoro offerto può essere digitale o manuale, interno o esternalizzato, per lavoratori altamente o scarsamente qualificati, in loco o fuori sede, su
grande o piccola scala, permanente o temporaneo, sempre a seconda della situazione specifica.
Affinché si possa parlare di lavoro all’interno dell’economia delle piattaforme digitali, occorre però prevedere una retribuzione, il che esclude quindi le attività di “condivisione” reale.
La presente relazione si propone di descrivere i rischi potenziali in materia di sicurezza e salute sul lavoro (SSL), identificati in relazione al lavoro sulle piattaforme online, al fine di evidenziare le sfide per gli attuali approcci normativi sulla SSL e presentare esempi di diverse metodologie – in corso di studio
o in fase di sviluppo – volte ad affrontare tali sfide. Ciò premesso, la relazione non ambisce a giudicare “positivamente” o “negativamente” il lavoro sulle piattaforme online e anzi ne menziona, oltre ai potenziali rischi, anche i potenziali vantaggi, come ad esempio la riduzione delle dimensioni del lavoro sommerso.
Sebbene sia oggettivamente dimostrato che alcuni lavori svolti grazie alle piattaforme online abbiano trasferito al settore formale – e quindi nell’ambito di competenza dell’autorità di regolamentazione – operazioni altrimenti condotte nell’economia sommersa, nel complesso la regolamentazione delle attività delle piattaforme digitali non è stata semplice.
Ciò dipende dalle dinamiche del settore, dal comportamento di numerose piattaforme digitali che sembrano eludere le normative e dalla percezione – incoraggiata da alcune piattaforme online – secondo la quale, poiché le loro attività rappresentano un modello imprenditoriale completamente nuovo scaturito dalla rapida trasformazione tecnologica, non dovrebbero essere trattate alla stregua di qualsiasi attività economica esistente.
Inoltre, questa difficoltà deriva in modo non trascurabile dal fatto che alcuni aspetti del lavoro sulle piattaforme digitali non rientrano facilmente in categorie normative prestabilite.