sicurezza antincendio

documento INAIL 2019

ingegneria della sicurezza antincendio

sicurezza antincendioFocus sui Metodi del Codice di prevenzione incendi 

• M.1 Metodologia per l’ingegneria della sicurezza antincendio 
• M.2 Scenari d’incendio per la progettazione prestazionale 
• M.3 Salvaguardia della vita con la progettazione prestazionale

Pubblicazione realizzata da Inail Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici

La progettazione della sicurezza antincendio nelle attività soggette alle visite ed i controlli dei Vigili del Fuoco e nei luoghi di lavoro, al fine di ridurre l’insorgenza di un incendio e di limitarne le conseguenze, è sancita dal d.p.r. 1 agosto 2011 n. 151 per le attività soggette, mentre nei luoghi di lavoro è prescritta dall’alt 17 del d.lgs. 9 aprile 2008, n. 81 e s.m.i. (Testo unico per la sicurezza).
Le suddette misure, che si basano sulla preliminare valutazione del rischio incendio, possono essere individuate a partire da un approccio progettuale di tipo prescrittivo o di tipo prestazionale.

Si segnala che tali obblighi valgono anche in attività che non sono luoghi di lavoro in virtù del d.lgs. 139 dell’8 marzo 2006 e s.m.i..
La progettazione antincendio, nel rispetto della normativa vigente in materia, può essere effettuata elaborando soluzioni tecniche flessibili ed aderenti alle specifiche caratteristiche ed esigenze delle attività soggette al controllo di prevenzione incendi (metodo prestazionale).
In questo contesto si inserisce il Codice di prevenzione incendi (Co.P.I.), d.m. 3 agosto 2015 recante ‘Approvazione di norme tecniche di prevenzione incendi, ai sensi dell’articolo 16 del decreto legislativo 8 marzo 2006. n. 139″, il quale, senza effettuare uno strappo rispetto al passato, si propone come promotore del cambiamento, privilegiando l’approccio prestazionale, in grado di garantire standard di sicurezza antincendio elevati mediante un insieme di soluzioni progettuali, sia conformi che alternative.
In sostanza, il Codice rappresenta uno strumento finalizzato all’ottenimento degli obiettivi di sicurezza antincendio, caratterizzato da un linguaggio allineato con gli standard internazionali.

La strategia antincendio in esso rappresentata, in dipendenza dei livelli di prestazione scelti, garantisce i prefissati obiettivi di sicurezza, mediante diverse soluzioni progettuali, grazie alla compresenza ed all’apporto delle varie misure antincendio.
Si segnala che il recente d.m. 12 aprile 2019, modificando il d.m. 3 agosto 2015, prevede l’eliminazione del cosiddetto “doppio binario” per la progettazione antincendio delle attività soggette al controllo da parte dei W.F.; in particolare vengono introdotti due elementi:
• l’ampliamento del campo di applicazione del Codice (sono state inserite alcune nuove attività dell’allegato I al d.p.r. 1 agosto 2011 n. 151);
• l’obbligatorietà dell’utilizzo del Codice per la progettazione delle attività non nomiate, in luogo dei “criteri tecnici di prevenzione incendi”.
In definitiva, saranno 42 le attività soggette, comprese nel citato allegato 1, per le quali la Regola Tecnica Orizzontale (RTO) del Codice diverrà l’unico riferimento progettuale possibile.

Si segnala, a latere, che il 18 giugno 2019 è stato approvato, in sede di Comitato Centrale Tecnico Scientifico dei W.F., un documento relativo alla proposta di aggiornamento del Codice.
Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, a proposito del reale utilizzo del Codice, ha condotto un sondaggio che ha coinvolto più di 2000 ingegneri – il 6,3% “professionisti antincendio” attualmente iscritti negli elenchi del Ministero dell’Interno – in merito ai progetti e alle richieste di deroghe che hanno fatto ricorso al Codice come metodo di progettazione.

L’indagine, i cui risultati sono stati pubblicati dal CNI sul proprio sito (www.tuttoingegnere.it) il 17 ottobre 2016. ha rivelato un notevole interesse verso le nuove potenzialità introdotte dal Codice ma, allo stesso tempo, un utilizzo non diffuso dello stesso: oltre il 62% dei progettisti, infatti, pur avendo frequentato corsi di formazione incentrati sull’utilizzo del Codice, non ha provato ad utilizzarlo oppure ha rinunciato dopo un tentativo: di quelli che lo hanno adottato, pochi hanno fatto ricorso alle cosiddette soluzioni alternative.
Probabilmente a causa della percepita complessità dello strumento normativo, e conseguente aumento della responsabilità, il Codice è di fatto spesso ignorato a vantaggio del più “consolidato” metodo prescrittivo.

Al fine di illustrare le potenzialità del Codice e di fornire degli strumenti esplicativi, incentrati su esempi pratici di progettazione, che sembrano rappresentare un’esigenza particolarmente sentita dai professionisti intervistati nel sondaggio, è stata attivata una collaborazione tra il Dipartimento di Ingegneria Chimica Materiali Ambiente – Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale – Università di Roma “Sapienza”, il Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici – Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco (C.N.W.F.) ed il Consiglio Nazionale degli Ingegneri.

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