Pubblicazione realizzata da Inail Consulenza statistico attuariale
L’amianto è uno dei più importanti agenti cancerogeni professionali, causando circa la metà dei decessi per cancro professionale.
Il fardello delle malattie asbesto-correlate è ancora attuale anche in quei Paesi, come l’Italia, in cui l’amianto è stato messo al bando dai primi anni novanta.
In Italia la Legge 24 dicembre 2007, n. 244 (Legge di stabilità 2008) ha istituito presso l’Inail il “Fondo per le vittime dell’amianto“.
I beneficiari del Fondo sono i titolari di rendita diretta ai quali sia stata riconosciuta dall’Inail una patologia asbesto-correlata per esposizione all’amianto e i titolari di rendita a superstiti dei lavoratori vittime dell’amianto individuati ai sensi dell’art. 85 del Testo Unico e successive modifiche ed integrazioni.
L’art.1, comma 116, della Legge 23 dicembre 2014, n. 190 (legge di stabilità 2015) ha esteso le prestazioni del Fondo, in via sperimentale, ai malati affetti da mesotelioma riconducibile a esposizione ambientale o familiare all’amianto. La Legge 30 dicembre 2020, n. 178 (Legge di Bilancio 2021) ha reso stabili tali benefici.
Si forniscono di seguito alcuni dati statistici riguardanti: le malattie asbesto-correlate riconosciute dall’Inail nel quinquennio 2016-2020 (fonte Open data – tabelle nazionali con cadenza semestrale aggiornate al 30.04.2021), le rendite per malattie asbesto correlate erogate dall’Inail, il numero dei beneficiari professionali del fondo e le prestazioni una tantum per mesoteliomi non professionali.
Nell’ultimo quinquennio disponibile 2016-2020 (anni di protocollazione della denuncia) sono stati mediamente circa 1.500 l’anno i lavoratori a cui è stata riconosciuta una malattia asbesto-correlata; focalizzando l’attenzione sul triennio più consolidato 2016-2018 (il riconoscimento necessita di congrui tempi tecnici per la gestione e la definizione della pratica), il numero dei malati sale a circa 1.700 l’anno, di questi mediamente 715 (761 per l’anno di protocollazione 2016, più consolidato) hanno avuto un esito mortale.
I dati dell’anno 2020 risentono oltre che del breve periodo di consolidamento, anche dell’effetto che la pandemia ha avuto sulle denunce e sui riconoscimenti delle malattie professionali.
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