OCCUPAZIONE E PROFESSIONI IN ITALIA

Il Sistema Informativo Excelsior – realizzato da Unioncamere e dall’ANPAL – si colloca tra le maggiori fonti disponibili in Italia sui temi del mercato del lavoro.

Excelsior informa. Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine 2022-2026

Sistema informativo Excelsior, promosso da Unioncamere ed ANPAL. Con un campo di osservazione esteso a tutti gli occupati dell’intera economia, l’analisi riportata nel presente documento considera l’attuale contesto socio-economico caratterizzato tra almeno tre grandi transizioni: quella digitale, quella ambientale e quella demografica.

Si tratta di trasformazioni i cui effetti saranno visibili anche sul mercato del lavoro, con la creazione di nuove occupazioni e diverse figure professionali. Applicando quindi un modello previsivo che fornisce l’evoluzione dello stock degli occupati medi annui per ciascun settore fini al 2026, emergono due possibili scenari, il primo dei quali che prevede una crescita economica del 4,7% nel 2022, del 2,8% nel 2023 e dell’1,9% nel 2024, grazie ad un impiego efficiente delle risorse europee che porterebbero l’economia italiana a crescere ad un tasso tendenziale sensibilmente superiore alla media degli ultimi anni;

il secondo scenario ipotizza nel 2022 una ripresa con un tasso di crescita del PIL del 4,2% e per gli anni successivi si prevede un ritorno a un sentiero di crescita tendenziale meno sostenuto. Ne consegue una previsione di crescita dello stock occupazionale per effetto dell’espansione economica tra il 2022 e il 2026 compresa tra 1,3 milioni e 1,7 milioni a seconda dello scenario considerato.

La crescita del settore privato varia tra 945 mila e 1,3 milioni di persone nel quinquennio, mentre il lavoro autonomo dovrebbe aumentare tra 305 mila e 418 mila occupati. Da punto di vista territoriale, la crescita dello stock di occupati nel Nord-Ovest costituisce il 40% circa del totale nazionale.

Per quanto concerne la Pubblica amministrazione, il fabbisogno complessivo nel periodo di riferimento è stimato in 770 mila unità, con il 94% determinato dalla componente di sostituzione. Per quanto riguarda le caratteristiche del fabbisogno per professioni, quelle specializzate e tecniche dovrebbero costituire la quota più elevata del totale (40%), con la domanda di profili intermedi diretta a coprire circa un terzo del fabbisogno complessivo. Relativamente al fabbisogno di laureati, la previsione è di 1,2 milioni di persone, espresso nel 60% dei casi dal settore privato e per la restante parte da quello pubblico.

Le analisi sul mercato del lavoro nel medio periodo devono considerare l’attuale contesto socioeconomico, caratterizzato da almeno tre grandi transizioni già in atto e in sinergia tra loro: la transizione digitale, la transizione ambientale e la transizione demografica. Si tratta di trasformazioni che influenzeranno profondamente la società sotto diversi aspetti e, soprattutto, la struttura occupazionale nel prossimo futuro.

Come è stato spesso messo in evidenza, gli effetti della rivoluzione digitale sul mercato del lavoro impatteranno lungo due dimensioni.

Il primo è il cosiddetto margine estensivo che opera attraverso la distruzione di alcune occupazioni e la creazione di nuovi lavori: le nuove tecnologie, infatti, soppiantano molti lavori routinari, semplici o complessi, e al tempo stesso creano il fabbisogno di nuove figure professionali.

Il secondo è il cosiddetto margine intensivo, che opera attraverso il cambiamento delle competenze necessarie nelle professioni. Mentre la prima dimensione riguarda in particolare alcune professioni a media qualifica, la seconda dimensione riguarda tutte le professioni e avrà un impatto molto più profondo e rilevante. Le professioni del futuro saranno più complesse, le competenze richieste per svolgere queste professioni saranno altrettanto complesse e variegate.

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